La gara di ieri contro la Casertana rappresenta, senza dubbio, la migliore prestazione del Messina in questa stagione e, con molta probabilità, la prova di più alto livello espressa dai biancoscudati dopo il ritorno tra i professionisti. Novantasette minuti, incluso il recupero, durante i quali la superiorità nei confronti dell’avversario è stata assoluta, con una serie di almeno 7 occasioni da gol clamorose a corredo del punteggio finale di 2-0 a favore, dato ancora più eclatante se consideriamo che i padroni di casa avrebbero potuto raggiungere, con una vittoria, il secondo posto da soli a tre lunghezze dalla capolista Juve Stabia.
NOVANTA MINUTI PREZIOSI - E invece, il Messina ha preso letteralmente a pallonate una squadra costruita per inserirsi nella lotta al vertice, senza nessun under in campo ieri al “Pinto”. Lo ha fatto affidandosi a uno schieramento iniziale nel quale si è rispettata la linea guida del minutaggio, adattando i pochi uomini a disposizione (pochi per scelte tecniche, infortuni, squalifiche) al modulo individuato con l’intenzione di colpire la Casertana nei propri punti deboli.
Obiettivo pienamente raggiunto, grazie alla preparazione settimanale e al piano partita predisposto da Giacomo Modica (voto 7,5), ma soprattutto alla piena disponibilità dimostrata concretamente dai ragazzi impiegati ieri in maglia biancoscudata, autori di una prova esemplare per impegno, qualità, applicazione e dedizione alla causa. Una dimostrazione pratica della validità di questo organico costruito in estate seguendo determinati criteri da un punto di vista delle abilità di ciascun elemento, considerando, ovviamente, i paletti economici e finanziari, puntando alla voglia di rivalsa di alcuni di loro, che, nel recente passato, avevano deluso le alte aspettative o potenzialità suscitate e mostrate a inizio carriera.
ALTA TENSIONE - Quella conclusa in gloria ieri non è stata una settimana tranquilla in casa Messina, perché la sconfitta contro il Cerignola ha creato tensioni legate alla classifica che si sono ripercosse sul modo in cui la società stava predisponendo il mercato, mettendo anche in discussione le certezze legate alla guida tecnica, oltre che dirigenziale. In poche parole, si è arrivati ad un passo dalla sostituzione del ds e dell’allenatore, oppure di uno dei due, e, a questo punto, occorre sperare che si sia trovato un punto di equilibrio tra tutte le componenti per poter mettere a frutto questa vittoria prestigiosa quanto netta ottenuta contro la Casertana, facendo un vero mercato di potenziamento nei prossimi giorni, per poi dare continuità alla mini serie positiva inaugurata contro il Monterosi a Teramo (11 punti in 6 partite) ed allontanarsi definitivamente da quella zona playout diventata il tunnel (arredato) della crisi per il calcio messinese.
NON SPRECHIAMO LA BELLEZZA - Un pomeriggio come quello vissuto dal gruppo squadra, dai tifosi e dalla società al “Pinto” non deve essere sprecato sull’altare delle piccole e miserabili soddisfazioni personali legate a dispetti di poco conto, ma bisogna trasformarlo nel propellente che dia forza ed energie ai calciatori in primis, accrescendo autostima per migliorare il risultato finale.
In una prova perfetta come quella vista ieri, la valutazione più alta deve andare al collettivo, ma un fattore fondamentale è rappresentato dalla concomitanza di alta prestazione fornita dai calciatori di più alto tasso tecnico presenti in maglia biancoscudata.
MVP è sicuramente Michele Emmausso (8,5), letteralmente atterrato sul manto erboso del “Pinto” da un’altra dimensione. Segna due gol, arriva altrettante volte a un passo dal bissare il successo personale, distribuisce palloni d’oro ai compagni mettendoli soli davanti a Venturi, centra tutti i passaggi e i dribbling, si concede perfino svolazzi totalmente fini a sé stessi, ma belli, proprio per questo, all’interno di una partita in serie C. Troppo bello per essere vero, occorre aggiungere, perché sappiamo benissimo di non avere assistito alla prima puntata di una serie che si riproporrà in ciascuno dei restanti 17 turni di campionato, ma, nello stesso tempo, è giusto che i tifosi del Messina si godano lo spettacolo di classe assoluta fornita da questo calciatore arrivato, pur con discontinuità, alla sua sesta marcatura stagionale.
Dirompente, invece, è l’aggettivo che viene in mente pensando alla prestazione di Giuseppe Salvo (7,5), come la progressione palla al piede da cui nasce, si sviluppa e concretizza il raddoppio, ripetuta più volte nell’arco della gara. Un esempio di come questo ragazzo continui a fare progressi, gara dopo gara. E adesso, considerando il prossimo rientro di Damiano Lia , subentrato ieri al minuto 86, Giacomo Modica dovrà trovare il mix giusto per coltivare la crescita dell’esterno difensivo classe 2003.
“La qualità e il budget fanno la differenza”, parafrasando quanto detto dal tecnico del Messina nel dopo gara, e la seconda presenza di Marco Rosafio (7,5) dimostra quanto sia importante poter contare su un elemento del suo valore a questi livelli. Non avrà l’autonomia per tenere 90’ al massimo, ma, quando tocca il pallone lui, si nota l’efficacia della giocata e la pericolosità della manovra aumenta.
Davvero un gran colpo di mercato, arrivato immediatamente, ma, in mezzo alle polemiche della scorsa settimana, passato quasi come se fosse uno venuto qui a svernare qualche mese.
MARCO IN SALITA - Marco è il nome più ricorrente tra i calciatori schierati dal Messina al “Pinto” e nessuno di essi ha demeritato: Firenze (7,5) canta e porta la croce, come si diceva una volta, stravincendo il confronto con l’omologo Proietti ed esaltandosi con un compagno di reparto più vicino che gli riduceva i compiti da fare nelle due fasi; Manetta (7,5) non sbaglia un intervento, annullando un bomber di razza come Montalto; Zunno (6,5) conferma le buone cose dimostrate in passato, insieme a qualche difetto congenito, pur se, stavolta, prova il tiro verso la porta, con risultati rivedibili ma tanta buona volontà che, speriamo, venga premiata nei prossimi impegni.
Vincenzo Polito (6,5) riesce a limitare uno spauracchio come Calapai, proponendosi con profitto quando prende possesso della sfera, tentando pure giocate più sfrontate. Precisa e senza sbavature, se non in occasione della ciabattata con cui manda alto da buona posizione nel primo tempo, la partita di Domenico Franco (6,5), attento a presidiare la zona di sua competenza, assistendo Firenze al suo fianco e mettendoci agonismo misto ad esperienza in ogni frangente.
TRE VIAGGI CON LA PORTA INVIOLATA - Se il Messina, nelle ultime tre trasferte, è riuscito a mantenere la porta inviolata, Federico Pacciardi (7) rappresenta uno dei fautori di questa difesa blindata lontano dal “Franco Scoglio”. Un atteggiamento collettivo più accorto serve a valorizzare le sue caratteristiche, ma il ragazzo romano appare trasformato in positivo confermando la tendenza virtuosa inaugurata con il gol segnato a Teramo oltre un mese fa. La sorpresa maggiore della formazione iniziale è stata quella di vedere titolare Pierluca Luciani (6,5), fin qui poco convincente nelle occasioni concesse da Giacomo Modica. L’attaccante di proprietà del Frosinone non sfrutta qualche situazione favorevole per andare in porta, però aiuta tantissimo la squadra sia perché lotta fisicamente contro i difensori rossoblù, pressa in modo continuo, fa i movimenti giusti per aprire lo spazio agli inserimenti dei tre compagni immediatamente alle sue spalle e, complessivamente, si guadagna la pagnotta.
I CAMBI - L’andamento sontuoso della partita di ieri rendeva pericoloso intervenire dalla panchina, ma i cambi decisi da Modica hanno comunque apportato delle indicazioni importanti. Già accennato di Lia, le cui corse convinte hanno rinfrancato sulle condizioni della sua caviglia, restano Giunta (sv, troppo poco in campo), Ragusa (5,5, lento e poco determinato, unico fattore deludente del match in chiave biancoscudata), ma soprattutto Samuele Zona (6), bravo nell’approccio, interessante un suo cross sul finale, salvato dalla difesa campana.
LAST BUT NOT LEAST - Infine, Ermanno Fumagalli (6,5) valutabile esclusivamente per l’intervento prodigioso con cui nega a Montalto il gol del 2-1 che avrebbe complicato l’ultimo quarto d’ora di gara. Adesso il prode portierone biancoscudato dovrà sostenere l’assalto mediatico legato al suo ruolo di padre felice per la vicinanza in campo, anche se dalla panchina, di Jacopo, un momento di tenerezza ed emozione autentica da apprezzare nel mondo spesso freddo e calcolatore in cui viviamo, non solo all’interno del calcio. Questa della “Fuma family” è la ciliegina sulla torta di una giornata finalmente serena per tutti quanti tengono realmente alle sorti della maglia biancoscudata. Adesso, però, tocca a chi di dovere (proprietà, dirigenza, staff tecnico, giocatori) capitalizzare le energie positive scaturite da questa bellissima vittoria. La prova del nove si vedrà sul campo, domenica prossima al “Franco Scoglio” contro un’altra rivelazione del campionato, il Taranto “macchina da guerra” costruita da Eziolino Capuano.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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