Un Messina tosto, ma non abbastanza, si intesta una sconfitta a Catanzaro che rientrava nella logica dei rapporti di forza in questo momento storico, ma, nelle dichiarazioni di fine gara, diventa la partita del “toast”, almeno secondo quanto riportato nei titoli di numerosi media. “Colpa” di mister Ezio Capuano (6), che, durante la conferenza stampa in remoto dal “Ceravolo”, descrive la domenica ai limiti dell’assurdo vissuta dalla sua squadra, dopo la positività al Covid riscontrata in uno dei 19 convocati. Restando alle vicende di campo, ovviamente la differenza di qualità e caratura della rosa di mister Calabro ha prodotto il risultato conseguente, vanificando gli sforzi del gruppo che vestiva (finalmente) la biancoscudata, in una trasferta nata sotto foschi auspici, con gli infortuni di Balde, Vukusic e Fazzi, proseguita male per la vicenda Covid e finita con un 2-0 prodotto da episodi derivanti dalle giocate di Vandeputte, all’interno di un reparto avanzato di qualità assoluta per la categoria. Per il resto, gli elementi chiamati in causa da Capuano giocano un match di puro impegno e dedizione, nei primi 20’ agevolati dalla mossa di Calabro che sposta Vandeputte a destra per mettere Tentardini sulla fascia opposta e, quando inverte le posizioni, compensa il sacrificio di mettere un mancino puro esterno di destra con la presenza di un calciatore che vale per due a sinistra, creando le premesse per l’azione che porta al gol sblocca partita.
Le valutazioni dei singoli non possono prescindere dal vissuto di una vigilia complicata, ma occorre puntualizzare alcune cose.
Lewandoski (6,5) subisce un autogol e una sassata, chiude con tre uscite perfette altrettante progressioni pericolosissime di Cianci, dimostra solidità caratteriale e coraggio, doti fondamentali in un portiere. Il reparto difensivo viene sollecitato dalle giocate degli attaccanti avversari, un quartetto di tutto rispetto (il più volte citato Vandeputte, Carlini, Cianci, Bombagi) a cui bisognava dedicare attenzione massima per non restare soverchiati. Celic (5,5) sbanda “solo” in occasione dei due gol, così come Carillo (5,5), mentre Mikulic (6) ha la fortuna che il Catanzaro non costruiva moltissimo dalla sua parte.
Oscura la prestazione dei centrocampisti, anche per la necessità di dedicarsi quasi esclusivamente al contenimento. Delude Konate (sv) che ha l’attenuante di essere messo in campo all’improvviso e senza un compito ben definito se non quello di interrompere le trame avversarie, ma Capuano, dopo poco più di mezz’ora in cui svirgola palloni e lascia passare gli avversari, ripara alla decisione iniziale e mette in campo un attaccante di ruolo, l’unico a sua disposizione in quel momento, dopo l’improvvisa assenza di Adorante. Fofana (5) svolge con dedizione il compitino, senza emergere, Simonetti (5,5) prova a prendere le redini della manovra, con poca consistenza. I laterali dovevano svolgere un compito fondamentale perché da lì il Catanzaro costruisce le sue fortune, la sostituzione di Morelli (5,5) nell’intervallo rende la poca funzionalità della prestazione del Messina in quella zona del campo. Al suo posto entra Distefano (6) che, almeno, dimostra buona volontà a destra e finisce la partita dal lato opposto dopo l’uscita di Goncalves (6) anche lui sufficiente, pur senza grandi picchi. Ovviamente, si è sentita la mancanza di un elemento di qualità e con un minimo di personalità come Damian, capace di gestire il pallone nei momenti difficili e provare ad impostare, per questo resta il dubbio legato al poco minutaggio concesso a Marginean (sv), forse penalizzato dal fatto di essere poco presente negli allenamenti settimanali in questo ultimo mese, a causa degli impegni con la sua Nazionale under 20 che lo “sequestrerà” anche nella settimana iniziata oggi.
Note dolenti vengono dal reparto avanzato, ma, d’altra parte, senza un attaccante di ruolo a causa delle assenze di Balde, Vukusic, Adorante, restava il solo Busatto (5,5) probabilmente troppo acerbo per Capuano che lo mette in campo e lui si mette subito in luce per poi spegnersi col passare dei minuti. Catania (5) e Russo (5) pagano le difficoltà di formazione, la precarietà della trasferta vagando senza un compito ben preciso, si sfiancano in una rincorsa degli avversari produttiva, ma poco adatta a chi avrebbe dovuto creare pericoli verso la porta avversaria. Mezzo voto in meno ad entrambi per una presuntuosa propensione al tentativo di ricorrere ad azioni personali troppo prolungate.
Voti non proprio elevati ai singoli, ma non bisogna soffermarsi solo su questo o lasciarsi prendere dall’amarezza della sconfitta.
La squadra, nel suo complesso, merita un 7 pieno per lo spirito con il quale ha affrontato le difficoltà, tenendo il campo in modo dignitoso contro un avversario che aveva necessità di vincere per riprendere la marcia nell’alta classifica. Lo spirito battagliero del gruppo dovrà essere il collante determinante per centrare l’obiettivo finale della salvezza.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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