Negli sport di squadra, ma, in genere, nei lavori in cui conta il gruppo, bisogna scegliere una linea guida e avere almeno un ancoraggio sicuro. Il Messina, una volta scelta la guida tecnica di questa stagione, ha imboccato in modo deciso la strada del gioco come propria bussola per indirizzare il cammino durante il campionato e la gara di ieri ha premiato questo modo di intendere il calcio.

Siamo chiari, una rondine non fa primavera, il risultato è frutto di una serie di circostanze che non sempre si ripeteranno, ma l’immagine di sfrontatezza, forza di volontà e spirito collettivo lasciata dal Messina visto al “Monterisi” conferisce fiducia principalmente a chi ha dettato criteri e metodi di approccio a questo esordio.

Parliamo, ovviamente di Giacomo Modica (voto 6,5) il quale, a fine gara, è soddisfatto dalla prestazione più che dal risultato, interpretato come possibile benzina utile ad alimentare l’autostima soprattutto dei calciatori più giovani impiegati nel primo atto messo in scena da una compagnia di giro che vedrà almeno altre 37 repliche da qui al mese di aprile 2024.

GIOCHIAMOCELA - Ascoltando qualche commento degli oltre 200 tifosi messinesi presenti in Puglia, emerge principalmente il piacere di avere visto i propri beniamini davvero lottare su ogni pallone, provando sempre a proporre gioco, rischiando di prendere gol, ma creando diverse volte i presupposti per segnarne almeno altrettanti, un’attitudine non proprio usuale, almeno nelle ultime due stagioni, in cui le gare in trasferta erano spesso fonte di sofferenza e passività di fronte alle iniziative avversarie. Interessante, sul piano comportamentale, o, se vogliamo precisare, di “segnale al gruppo”, la scelta di mettere nella formazione iniziale quei calciatori in linea con i parametri di condizione fisica richiesti da Modica, forse ad eccezione di Pacciardi, ancora non proprio brillante, ricorrendo a ben 5 under proprio per non creare gerarchie precostituite.

Una opzione rischiosa, ma, alla fine, redditizia, vista la resa che danno Firenze e Plescia partendo dalla panchina e giocando bene l’ultima mezz’ora. Palese la differenza a livello atletico e di prontezza nei riflessi in favore del Messina che mette in difficoltà l’Audace negli ultimi 25’ proprio arrivando sempre prima sul pallone e recuperando con tempismo gli errori contro avversari molto più dotati fisicamente e tecnicamente. Un vantaggio sfruttato non fino in fondo se consideriamo che si è raccolto un punto, ma, in realtà, il confronto era con una squadra costruita per migliorare il quinto posto della scorsa stagione, indotta in difficoltà così tanto da costringerla a concludere in 9 uomini per due espulsioni da frustrazione.

LE PAGELLE - Andando alla valutazione dei singoli, alcuni calciatori ieri in maglia nera hanno rubato l’occhio più di altri, partendo da Zunno (7), un voto alto per premiare la assoluta dedizione alla causa, in quanto gioca da centravanti per quasi un’ora, cercando di dare fastidio a due centrali di assoluto valore come Martinelli e Ligi, confezionando una giocata superba al 60’ quando controlla un lancio di Giunta, salta il diretto avversario nettamente sovrastante sul piano fisico, ma solo un prodigioso recupero di Martinelli gli impedisce di battere a rete solo davanti a Trezza. Poi, il giovane talento di proprietà della Cremonese, si sposta sulla fascia sinistra, mettendo in crisi Russo e provando un bel tiro a giro a lato di poco. Dalla parte opposta del campo, partendo dalla propria linea difensiva, fa bene anche Lia (7), instancabile nel proporsi in avanti, ma presente in modo prezioso quando deve chiudere in situazioni difensive con provvidenziali diagonali. Molto attivo anche Cavallo (6,5), nel primo tempo impegnato in compiti di cerniera tra centrocampo e linea avanzata, poi più dedito a fare da riferimento per la catena di destra oltre a mulinare il delicatissimo sinistro con l’intento di pescare qualche compagno che si inseriva dalla parte opposta.

Pulita e diligente la prova di Polito (6,5), adattato come centrale difensivo in questa stagione, al netto di qualche incertezza nel posizionamento del corpo in contrasto con un bomber di categoria come Malcore, specie nei primi 45’. Accanto a lui fa la classica gara di “esperienza” Pacciardi (6), non proprio adattissimo quando si tratta di recuperare velocemente, ma la pagnotta riesce a portarla a casa, seppure con qualche fatica. Un caso a parte è Tropea (6,5), perché il gol al suo esordio tra i “grandi” è una perla dal punto di vista balistico, con un pizzico di fortuna, ma sono degne di nota anche alcune sgroppate sulla fascia dalle parti dell’area avversaria. Quello che ancora deve essere messo a punto è il mestiere del difensore (o ”difendente” secondo idioma di mister Eziolino Capuano), perché dalla sua parte banchettano per circa un’oretta Russo e soprattutto D’Ausilio, alternandosi in una serie di scambi potenzialmente mortiferi oltre che nel caso dell’azione del primo gol gialloblù.

Note agrodolci vengono dal centrocampo giallorosso, ovviamente il reparto forse più penalizzato dalle assenze, visto che all’inizio mancavano Franco, acquistato per fare il metronomo e Firenze, una delle mezzali con compiti offensivi più importanti in categoria.

Giunta (6,5) di nome fa Ciccio ma non è Franco, specialmente nel ruolo di play, si applica, ci prova, ma non ha i tempi di gioco e perde palloni potenzialmente sanguinosissimi. Però, il messinese purosangue ci mette polmoni, agonismo, forza di volontà, cerca sempre di porre rimedio e non puoi dare meno di una ampia sufficienza a uno che si impegna così. Frisenna (6) alterna buone cose a pause, ma avrà tempo e modo per rifarsi, pur avendo fatto qualche buona giocata con criterio nei 62’ in cui resta in campo. Più appariscente, invece, l’apporto di Scafetta (6,5), sfrontato nel tentativo di uccellare Trezza da centrocampo dopo 3’ di gioco, cattivo e caparbio quando recupera palloni contro calciatori molto più esperti e atletici di lui, poco fortunato negli inserimenti, non premiati da passaggi precisi dei compagni. Nella zona nevralgica del campo giostrano, durante la ripresa, Ortisi (6) e Firenze (6,5). Il primo sorprende per l’attitudine alla lotta e alla copertura mai vista nella scorsa stagione, il trentenne genovese fa il suo nello sviluppo della manovra alla ricerca del pari, ma impreziosisce tutto con quella pennellata su calcio da fermo che supera la barriera e si abbassa proprio al momento giusto per morire alle spalle del portiere.

A proposito di portieri, in campo ieri c’era anche Fumagalli (6), impegnato in compiti diversi rispetto alla scorsa stagione, perché la difesa altissima voluta da mister Modica lo costringe a rispolverare le sue doti di estremo difensore con tendenze alle uscite kamikaze. Ieri sera ne fa una su Malcore, fortunatamente annullata dalla posizione di offside del biondo centravanti, ma, sicuramente, non sarà un campionato tranquillo per il ragazzo dell’82. Sul 2-1 Fuma, incolpevole sui due gol, chiude a terra su Leonetti, che, però, si incarta da solo.

In attacco, Emmausso (5,5) non è nella sua migliore serata: nulla di preoccupante, avrà tempo e modo per riscattarsi. Plescia (6) in 30’, tocca 4-5 palloni in tutto, non sprecandone nemmeno uno e prendendosi il fallo dal quale nasce la punizione del pareggio. Infine, un grosso applauso a Pierluca Luciani, anni 21, ultima apparizione in partita ufficiale risalente al 16 aprile 2022, Fidelis Andria-Monterosi. Dopo il 2-2 gli arriva un pallone al limite dell’area che non riesce a controllare e lo avrebbe potuto portare, da solo, dentro l’area pugliese. Poco male, intanto si goda questo suo esordio con la maglia del Messina, augurandogli di ritrovare motivazioni e minuti in campo per riprendere una carriera interrotta da troppa sfortuna.

Un po’ come il Messina, che dovrà far tesoro di questa prima uscita per continuare sulla strada della fiducia, dentro e fuori dal gruppo squadra, perché solo con una serie di risultati e prestazioni di livello si potrà crescere, tutti insieme.

Sezione: Il focus / Data: Dom 03 settembre 2023 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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