No, non c’è da star tranquilli e sereni dopo la sconfitta con il Brindisi. E si, questo Messina vivrà sempre di alti e bassi, ma la prestazione con i pugliesi è davvero il momento più basso che ci sia. La conferma arriva proprio da Giacomo Modica con un “Peggio di così non potremo fare” che lascia poco spazio ad altre opinioni.
Il Messina approccia con sufficienza alla gara, non impensierisce mai un Brindisi arrivato allo Scoglio con le ossa rotte dopo gli ultimi risultati negativi, ma voglioso di interrompere quel percorso. I peloritani invece giocano con presunzione, come se i complimenti ricevuti per le ultime prestazioni potessero da soli contribuire a portare a casa una vittoria che avrebbe anche dato un sapore diverso alla classifica. E invece arriva quel ko che probabilmente non metti in conto e che lascia anche gli strascichi per le squalifiche di Manetta e Plescia da scontare domenica a Crotone.
Modica (5) si fida dell’undici schierato lo scorso venerdì a Picerno, ma quelle perplessità che il 4-2-3-1 aveva suscitato in terra lucana (poi stoppate dal punto strappato col rigore di Emmausso) esplodono in tutto il loro fragore contro il volitivo Brindisi. Danucci abbandona il 4-4-2 e passa a una difesa praticamente a cinque che limita in tutto e per tutto le velleità offensive del Messina. Gli esterni offensivi non sono un fattore, Emmausso vaga alla ricerca della posizione corretta e tocca anche molto più palloni di quelli che sarebbero nelle sue corde. Tanto che, in fase di valutazione, sono pochissimi i calciatori che meritano la sufficienza.
Tra questi c’è Ermanno Fumagalli (6), mai realmente impegnato dal Brindisi e autore di una prova di sostanziale ordinaria amministrazione. Sul gol è assolutamente incolpevole, con le immagini che chiariscono la posizione regolare di Bunino sul cross di Albertini e inchiodano alle sue responsabilità il 2003 Salvo (4,5). Errore pesante quello del giovane terzino destro, ammonito in avvio di match, che non segue i compagni di reparto, bravi a salire per mettere in pratica la tattica del fuorigioco. Salvo paga dazio all’inesperienza e anche alle energie che stavano venendo meno, aprendo una volta di più la questione sui ricambi di questo Messina: l’assenza di Lia, oggi, è assolutamente incolmabile. Sulla corsia opposta fa decisamente meglio Ortisi (6), attento in fase difensiva, nonostante dalla sue parti si muova Albertini, probabilmente il migliore per rendimento complessivo del Brindisi. Manca sempre un po’ in fase di spinta e questo resta il solito grande paradosso, considerata la propensione offensiva di un ragazzo adattato nel ruolo da (ex) esterno d’attacco. Solido Manetta (6), ma l’ammonizione lo costringerà a saltare la gara di Crotone, mentre Ferrara (5,5) conferma le proprie difficoltà quando viene attaccato, tanto che contro di lui Fall fa un figurone.
In mezzo al campo, come a Picerno, il nuovo modulo toglie di fatto dal vivo del gioco Franco e Frisenna (5,5 a entrambi), mai davvero protagonisti della partita e sostituiti entrambi all’80’ da Giunta e Scafetta (ingiudicabili, come Polito che si fa anche male dopo il brutto fallo subito da De Angelis).
Le note assolutamente negative arrivano dal reparto d’attacco: Plescia (5,5) si sbatte ed è il migliore dei suoi, ma l’espulsione ingenua rimediata nel finale gli nega la sufficienza. Due gialli, uno per proteste l’altro per un intervento scomposto su Cappelletti, che sanno tanto di frustrazione per una prova che anche dal campo è stata percepita come altamente negativa. La prima ammonizione, poi, rientra nel capitolo dell’isterismo per una questione arbitrale che per il Messina resta sempre troppo aperta. Ingenuità nella quale casca anche Emmausso (5), anche lui finito sul taccuino dei cattivi per proteste. La partita del 10 è negativa soprattutto per una questione tattica: da trequartista non si accende mai, tocca anche tanti palloni nel primo tempo, ma senza mai esaltare le sue caratteristiche. Gli esterni, poi, non lo aiutano: Ragusa (5) resta un mistero irrisolto, perché la sua prestazione è quasi impalpabile per gli interi novanta minuti; mentre Cavallo (4,5) conferma il proprio infinito apprendistato con la categoria. Luciani (5) entra in campo al 63’ anche per variare l’assetto tattico del Messina, ma si vede di fatto solo con una spizzata per Emmausso.
Poco, troppo poco anche per far male a un Brindisi, ma coraggioso e che alla fine porta a casa la vittoria in maniera assolutamente meritata.
Autore: Antonio Billè / Twitter: @antobille
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