Sarà un fine settimana di preparativi in casa Messina, in vista del ritiro per la prima squadra, con appuntamento, ancora non ufficializzato, in un hotel di Cascia già comunicato agli atleti sotto contratto dalla scorsa stagione, oltre che agli under aggregati alla prima squadra.
Intanto, siamo arrivati al terzo giorno di campagna abbonamenti, con la prima fase, che si concluderà il 3 agosto, a prezzi ridotti per 18 gare interne del Messina 2022-23. Il contatore segna poco più di 80 “tessere” accaparrate on line o nei punti vendita, mentre occorrerà vedere quale sarà la risposta di commercianti e imprenditori alla promozione elite e corporate che ha anche vantaggi dal punto di vista fiscale per chi deciderà di aderire.
Si tratta di numeri non esaltanti, ma non potrebbe essere altrimenti, visto che, al di là delle dichiarazioni sentite nella conferenza stampa odierna dallo “stato maggiore” giallorosso, non si sono fatti i nomi di nessun acquisto o movimento di mercato in entrata, mentre qualche calciatore sotto contratto ha fatto capolino nelle pagine web o sui media che trattano la serie C.
La presenza di un guru del calcio in terza serie come Gaetano Auteri, da solo, non riesce a sfondare in una piazza tradizionalmente poco avvezza a dare fiducia “al buio” o, comunque, ad impegnarsi nel fare gli abbonamenti, anche se esistono, nel passato, periodi in cui, dalle nostre parti, si faceva la fila per assicurarsi un posto sugli spalti dello stadio di casa. Accadde solo nell’ultima stagione prima della serie A al “Celeste” e in quella magica annata 2004-2005, in cui Messina registrò, con almeno 25.000 posti occupati in ogni gara, il settimo posto nella graduatoria del massimo campionato, la stessa posizione acquisita sul rettandolo di gioco. Gli altri due anni in serie A furono in calo così come il rendimento della squadra, ma tutto quel periodo venne caratterizzato, anzi “drogato” dalla presenza di una iniziativa sponsorizzata Confcommercio attraverso la sua finanziaria di riferimento, l’ormai mitica “stella in più”, che dava a tutti i partecipanti la percezione di avere un vantaggio, ma che adesso sarebbe impossibile ripetere, già soltanto per il periodo storico vissuto dalla città e le differenti condizioni economiche complessive rispetto a quasi venti anni fa.
Dal 2008 ad oggi, invece, anche in quelle poche occasioni nelle quali si è puntato a vincere il campionato o nell’immediatezza di una promozione, Messina ha prodotto poche centinaia di abbonamenti, e tutti ricordano le giaculatorie dell’allora presidente Pietro lo Monaco riguardo alla risposta gelida della piazza nel campionato successivo al ritorno tra i professionisti (2013-2014).
Ci fu poi il caso dei 1100 abbonamenti per il "Celeste" acquistati dai messinesi subito dopo la fine del campionato 2016-2017, con la campagna lanciata dal management guidato da Lello Manfredi, insieme al presidente Franco Proto, per sostenere quel gruppo di lavoro impegnato nell'estremo tentativo di salvare la categoria. In quel caso, i numeri effettivi furono superiori a quelli comunicati in un primo tempo (più del doppio), una parte di quei fondi vennero utilizzati per quel tentativo disperato, e, a chi rimase presente dopo la mancata iscrizione, toccò provvedere alla triste incombenza di restituire le somme versate, con una minoranza che non riuscì ad avere indietro quell’obolo versato per un sogno non concretizzato.
Nell’era Sciotto, invece, quella in corso è la seconda campagna abbonamenti lanciata dall’Acr Messina, perché, nelle altre 4 occasioni, il poco tempo a disposizione o l’emergenza Covid hanno impedito di programmare qualcosa.
La prima fu quella del 2019-2020, serie D, con l’avvento della dirigenza proveniente dal Camaro (dg D’Arrigo, dt Rando, ds Obbedio, allenatore Cazzarò, team manager Davide Manzo e un’area marketing particolarmente strutturata).
Gli abbonamenti vennero abbinati anche ad un esperimento di crowdfunding molto più strutturato rispetto al tentativo partito il mese scorso, con gadget e vantaggi per i sottoscrittori proporzionati al singolo apporto, partendo dai 5 euro fino alle possibilità per aziende che volessero sfruttare anche dal punto di vista promozionale l’iniziativa.
Alla fine, ci furono 1.035 abbonamenti, con quasi 50.000 euro direttamente arrivati dagli abbonati, la raccolta fondi si inceppò sul problema della consegna del materiale sportivo, con qualche strascico polemico risolto prima di sfociare in questioni legali, mentre l’avvio promettente, con la presentazione della squadra a Piazza Duomo alla presenza di una folla di tifosi, non solo dei club organizzati, sfumò dopo la partenza ad handicap, l’esonero di Cazzarò, il flop della scommessa Obbedio, fino a naufragare in novembre con la sconfitta pesantissima nella stracittadina contro gli arcirivali del Football Club.
Piccoli scampoli di passato, ma forse utili da ricordare per avere un riferimento odierno, con la speranza che magari, qualche annuncio di mercato, una definizione delle decisioni sulla struttura organizzativa e il ritorno al calcio giocato diano l’impulso per incrementare anche il contatore degli abbonamenti.
Su questo dato, è il caso di sottolinearlo, si gioca una gran parte dei destini immediati del Messina, perché solo con una risposta adeguata e il ritorno alla partecipazione di tutti si potrà sperare di uscire dalla morsa della indifferenza o della mediocrità, a prescindere dall’impegno dei singoli o dai risultati.

Sezione: Il focus / Data: Sab 16 luglio 2022 alle 09:00
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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