Sono serviti un paio di giorni di decompressione per poter analizzare con freddezza non tanto la partita tra il Messina e la Casertana, quanto tutto ciò che è accaduto dopo il fischio finale, ammesso sia possibile riuscire a interpretare le poche parole, i silenzi e i laconici comunicati prodotti in questi ultimi tre giorni.
LA PARTITA – I biancoscudati, in un’atmosfera paradossale, davanti a poco più di un migliaio di spettatori, ma con una piccola rappresentanza dei club fuori dai cancelli a “presidio” della curva sud, hanno giocato quasi un’ora con il ritmo e la voracità necessari per dominare l’avversario, malgrado gli uomini di Iori abbiano provato a ribattere rendendosi pericolosi soprattutto nell’immediatezza del primo gol subito dopo meno di un minuto. Il Messina, però, ha messo in scena, con interpreti diversi una replica della gara disputata nella scorsa stagione contro il Foggia, andando in rete solo due volte, la seconda sul filo dell’offside, affrontando la ripresa con la stessa grinta, ma senza riuscire a concretizzare.
I DUELLANTI – Quando le forze sono iniziate a venire meno, sono entrate in gioco le scelte da parte dei due tecnici, diametralmente opposte, in quanto Iori riusciva a rimettersi in careggiata ricorrendo alla panchina in modo massiccio e deciso, mentre il suo collega restava avviluppato nella stessa ragnatela di dubbi che aveva contraddistinto la succitata gara contro il Foggia, quando attese 7’ dopo l’espulsione di Manetta per provvedere agli indispensabili cambi, aprendo la strada al raddoppio rossonero. A Giacomo Modica, quindi, vanno attribuiti i meriti di avere dato gambe, cuore e carattere a questa squadra costruita con l’obiettivo di assemblare giovani promesse a qualche elemento più esperto in cerca di riscatto, ma non si può sottacere il peccato di poca freddezza, ripetuto più volte da quando siede sulla panchina biancoscudata, quando si tratta di gestire una situazione di vantaggio. Fino a venerdì scorso, le reti subite in questa stagione erano dovute a distrazioni dei singoli o buone giocate degli avversari, ma il gol di Carretta e l’azione del rigore nascono da errori di posizionamento e un eccessivo sbilanciamento del reparto difensivo, infilato con troppa facilità. La valutazione finale del tecnico biancoscudato non può superare il 5, e di questo si sarebbe voluto discutere nel post-partita, caratterizzato, invece, dalle dichiarazioni, durate poco più di un minuto, nelle quali si sono annunciate dimissioni irrevocabili, rientrate già domenica.
BLACK MIRROR - Cosa sia successo nel giorno successivo alla “toccata e fuga” in sala stampa di mister Modica non è dato saperlo, così come resta un mistero il suo arrivo appena in tempo allo “Scida” nella gara di campionato, oppure la questione relativa alla “trattativa” con un interlocutore straniero. Tutti argomenti che sono vitali in qualsiasi altra società di calcio (la serenità dell’allenatore e il futuro della società) qui a Messina vengono avvolti nel silenzio più assoluto, lasciando stampa, tifosi, ma anche alcune componenti della società, nella totale incertezza. Ribadiamo il concetto che, senza chiarezza su trattative, organizzazione societaria e rapporto con lo staff tecnico, sarà impossibile uscire da questo vicolo cieco nel quale si è cacciata l’Acr dall’inizio della stagione. E stendiamo un velo pietoso su come sia stato gestito, da tutto l’ambiente, il periodo successivo alla morte di Totò Schillaci, perché Totò era un patrimonio del calcio mondiale cresciuto a Messina, ma, invece della partecipazione sincera, sono prevalsi sentimenti diversi o ci si è soffermati sul momento contingente. Discorso diverso per Christian Argurio, il cui ricordo resterà per sempre nel cuore degli amici e dei parenti che lo hanno conosciuto e apprezzato, andando oltre l’aspetto professionale o di appartenenza al Messina.
LE PAGELLE - Malgrado il pareggio subito in rimonta, resta l’impressione di una squadra composta da ragazzi determinati, capaci di gettare il cuore oltre l’ostacolo e che, con un minimo di serenità in più, potrebbero ottenere maggiori risultati, accrescendo confidenza e convinzione nei propri mezzi.
Curtosi 6,5 – Qualche brivido nelle uscite, comunque efficaci anche se non stilisticamente perfette. Chiude la porta sul 2-0 con una parata su tiro ravvicinato, viene fulminato dalla botta di Carretta, sfiora mandando sul palo il rigore di Damian. Peccato, perché una prodezza sul penalty lo avrebbe caricato per i prossimi impegni
Lia 6,5 – Motorino instancabile per tutta la gara, migliora sui cross, recupera in un paio di situazioni scabrose quando si tratta di difendere. Cala leggermente subito dopo il pari, ma è tra i più attivi nel tentativo di forcing finale
Manetta 5,5 – Rovina una buona prestazione con l’ingenuità del fallo da rigore su Bakayoko che lo punta proprio per ottenere il tiro dagli undici metri. Deve riprendere il filo del discorso al più presto, perché serve la sua calma in difesa per rimpinguare la classifica.
Rizzo 5,5 – Pulito ed essenziale fino al momento dell’azione che riapre la partita, in quanto si fa ingannare lasciando libero il sinistro a un giocatore mancino.
Ortisi 5,5 – Mette sulla testa di Petrungaro il secondo assist stagionale, predilige la fase offensiva e ogni tanto si dimentica di fare i movimenti giusti, come nel pasticcio che porta al 2-1. Esce dal campo per infortunio all’80’ lasciando spazio all’esordio di Morleo (sv), un elemento da mettere in condizione con velocità, per evitare troppi adattamenti in un ruolo così delicato.
Pedicillo 6,5 – Altra ottima prestazione del centrocampista, strepitoso per un’ora, ma ancora in grado di dare il suo apporto negli ultimi 15’, quando ritorna esterno di attacco.
Petrucci 6,5 – Fin quando lo sorregge il fiato è il migliore in campo, poi si spegne e la squadra ne risente, uscendo dal campo solo a frittata completata (leggasi 2-2). Lo sostituisce Anzelmo (sv), troppo preso dalla foga di tornare in vantaggio
Garofalo 7 – E’ dappertutto; chiude, imposta, fa un filtrante perfetto per il raddoppio, poi va in debito di ossigeno lasciando spazio a Frisenna (sv) al ritorno in campo dopo lo stop di Crotone.
Anatriello 6,5 – Confinato nel ruolo di esterno destro stenta a trovare il passo, ma, quando si accende, dimostra tutta la sua qualità. Sarebbe perfetto come seconda punta, ma la speranza è che riesca presto a interpretare questo compito con profitto. Nel finale gli subentra Cominetti (5,5), valutato sotto la sufficienza per la poca lucidità nel fare un passaggio abbastanza semplice che avrebbe messo Luciani a tu per tu col portiere.
Luciani 7,5 – Gol da consumato bomber, condito da un impegno continuo su ogni pallone e dall’ultima chance nel recupero, sventata con fortuna dalla difesa rossoblù.
Petrungaro 7 – Uno tra i migliori in campo, non solo per il gol da centravanti vecchio stampo, ma dalla sua parte arrivano pericoli per i falchetti e sfiora anche il raddoppio, prima del cambio con Ndir (sv) che si piazza nella difesa a tre programmata al momento in cui si era in svantaggio e attuata quando si doveva cercare di vincere.
Non c’è tempo per soffermarsi ancora su quanto accaduto venerdì scorso, perché già mercoledì si torna in campo al “Francioni”, per affrontare un Latina rinfrancato dalla prima prestigiosa vittoria in campionato ottenuta al “Partenio Lombardi”. Sarà il banco di prova per una squadra che dovrà ritrovare subito tranquillità e determinazione.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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