Il Messina vince contro la Virtus Francavilla 3-2, ed è la prima volta in stagione in una partita nella quale i giallorossi subiscono almeno un gol, visto che le vittorie contro Avellino, Giugliano, Monterosi, Catania, Caserta, Taranto erano state accompagnate dalla porta inviolata. E' un segnale importante, non solo dal punto di vista strettamente statistico, ma perché dimostra i progressi sul piano della maturità del gruppo squadra, includendo calciatori e tecnico.
UNA PERFORMANCE CON TANTI ATTI - La gara ha vissuto diverse fasi tra di loro contrastanti, dai primi 15’ in cui sembrava un Manchester City-Burnley in Premier League destinato a finire 7-1, con i biancoscudati assoluti padroni della situazione e gli elegantissimi calciatori in maglia viola spettatori non paganti dello spettacolo. Triangolazioni di prima, movimenti sincronizzati in fase di attacco, giocate arroganti dei singoli, finalizzate in modo spietato, fino a quando l’atmosfera da calcio champagne è iniziata a declinare verso qualche eccesso di confidenza, alcuni palloni sono stati persi banalmente, giungendo al momento in cui Montegaudo decide di verticalizzare verso Macca, scambio rapido con Artistico, difesa biancoscudata impegnata a fare tutti i movimenti sbagliati in circostanze simili e gol del 2-1 confezionato in modo lineare, dando il la al secondo atto della performance andata in scena ieri al “Franco Scoglio”, nella quale gli uomini di Occhiuzzi hanno preso in mano il pallino della situazione, pervenendo al pareggio a 6’ dal 45’ per poi concludere la prima frazione in gioco con l’inerzia nettamente a proprio favore. A questo punto, inizia il quarto d’ora di intervallo che, accoppiato allo stesso periodo di tempo in apertura, ha, probabilmente, deciso le sorti del match, in cui il principale protagonista diventa Giacomo Modica (voto 7).
RISCHI E CONTROMISURE - Il tecnico ha il merito di avere dato motivazioni e nozioni tali, ai suoi uomini, da produrre l’avvio dominante, ma anche la capacità, non meno determinante, di comprendere il peso del rischio corso preferendo adattare Salvo a sinistra, mettendo Lia dalla parte opposta in un reparto arretrato già messo a dura prova dalla presenza di uno dei centrali non abituato da mesi all’agonismo della partita giocata. L’inserimento di un terzino sinistro di ruolo ha dato equilibrio alla difesa, anche quando si è andati in inferiorità numerica, assieme allo spostamento di uno dei due mediani più vicino ai centrali difensivi, chiudendo tutti i varchi ad un avversario apparso meno determinato a portarsi a casa la vittoria rispetto alle attese ed a quanto dimostrato nella seconda parte del primo tempo. La ripresa, quindi, ha visto di nuovo il Messina prevalere, seppure in inferiorità numerica per quasi 20’, fino allo strepitoso gol che ha determinato il risultato finale, per poi sprecare in modo, per fortuna, non letale almeno due chance clamorose davanti a Branduani. Alla fine, come in un'altra partita più famosa e celebrata anche nei teatri, “Messina-Francavilla 3-2” ed è questo quello che conta per il pubblico giallorosso festante, assieme ai calciatori, dopo il triplice fischio del signor Grasso di Ariano Irpino.
RIFLETTORI SU RAGUSA - L’unico assente nelle istantanee post gara è stato Nino Ragusa, per il quale vale il detto “via il dente, via il dolore”, applicandolo all’ordine delle valutazioni per questa partita. Il numero 90 biancoscudato viene chiamato in causa dopo un’ora di gioco per sostituire uno dei protagonisti assoluti di questo ottimo momento del Messina e svolge il suo compito in modo egregio, piazzandosi come esterno nei tre alle spalle di Plescia, per poi prenderne il posto, seppure con Zunno vicino a lui, dopo che la squadra resta con un uomo in meno. Determinante la cattiveria con cui porta il pressing su Branduani, propiziando il gol decisivo, poi è bravissimo e pronto fisicamente nella ripartenza, al 93’, che lo porta a tu per tu con il portiere pugliese ma, lì, invece di chiudere, con la spietatezza tipica del calciatore esperto, la contesa, si smarrisce per un attimo, ritrovando, poco più di un minuto dopo, la lucidità di mettere Luciani in condizione di segnare, con un tocco di prima in anticipo sul difensore che apre un’autostrada al compagno verso la porta avversaria.
Ragusa è una risorsa che può dare ancora tanto al Messina ed al calcio e l’emozione mista a rabbia con cui ha lasciato (alcuni dicono in lacrime) il terreno di gioco non appena l’arbitro ha decretato la fine, deve trasformarsi in motivazione per trovare, anche quest’anno, giocate fondamentali al raggiungimento di obiettivi sempre più ambiziosi. Il voto sulla singola partita (5,5) non è importante, tocca adesso allo staff tecnico ed ai compagni fare in modo che Ragusa renda al meglio delle sue possibilità ed al ragazzo serve innanzitutto fare leva sulla mentalità da calciatore professionista rivelatasi fondamentale per i picchi toccati nella sua carriera.
IL MVP E I SUOI PARI - Tornando a canoni più usuali in questo focus, il titolo di MVP della partita di ieri tocca a Giulio Frisenna (8), protagonista in tutti i gol del Messina, visto che i suoi piedi innescano i primi due e determinano direttamente l’ultimo. Anche lui è sicuramente un patrimonio della società, così come altri ragazzi troppo frettolosamente catalogati, a inizio stagione, dagli addetti ai lavori che si occupano di Legapro,come “under da serie D”, sottolineando una presunta inadeguatezza alla categoria da parte loro e di chi li ha scelti, fermandoli a Messina con un contratto lungo almeno due anni.
LA FORZA DEL TEAM - Il loro rendimento attuale è una medaglia collettiva e non personale, giusto per sgombrare il campo da inutili vanaglorie o polemiche altrettanto vuote, difetti presenti in chi vive l’ambiente calcistico peloritano, ma anche alimentati da coloro i quali stanno dentro il Messina e si adattano all’andazzo, a volte sfruttandolo per scaricare su altri eventuali passaggi a vuoto. Ci piace pensare che, all’interno di questo Messina 2023-24 si ragioni da team, condividendo, con lo stesso spirito di gruppo, vittorie e sconfitte, momenti di gloria e difficoltà, perché solo così si può crescere. Continuando nella valutazione degli uomini gol di Messina-Francavilla, un posto di rilievo spetta a Michele Emmausso (7), ormai costante a buoni livelli, tendenti all’ottimo, come per il gol sblocca partita, un lampo di tecnica, prontezza e forza, una botta di sinistro omaggio inconsapevole a Giggirriva, ovviamente scusandoci con gli dèi del calcio per il paragone alquanto forzato. In ogni caso, Branduani si è reso conto di dove fosse finito il pallone solo per il boato della curva Sud alle sue spalle. L’apprensione per le sue condizioni fisiche con cui il pubblico ha accompagnato fuori dal campo dopo 59’ il numero 10 biancoscudato, giunto a 8 gol stagionali, la dice lunga sull’impatto che questo calciatore sta avendo sul campionato del Messina. Anche Marco Zunno merita un 7 pieno, non solo per la prontezza con cui anticipa Biondi e la semplicità del tocco in rete successivo, ma soprattutto per la capacità di creare sempre problemi alla difesa avversaria nel resto del match, pur cambiando posizione in campo.
Domenico Franco (7), pur non segnando, torna continuo a livelli eccellenti, mettendoci lotta, caparbietà, disponibilità al sacrificio, esperienza nei momenti topici, quello che ci si aspetta da un leader silenzioso ma pensante e pesante come lui.
GLI ALTRI - Passando poi al resto della squadra, ci sono degli elementi leggermente al di sotto dei 4 migliori, come, ad esempio, Rosafio (6,5) che parte giocando palloni a velocità supersonica con lucidità, poi si assesta sempre nella versione da sponda sicura per i compagni quando la sfera scotta, essendo infine sostituito nel momento dell’inferiorità numerica, quando serviva la corsa e il presidio della propria metà campo. Plescia (6) nei 15’ versione Premier del Messina non sfrutta un paio di palloni invitanti per sbloccarsi, però non si incarta nel solito duello con l’arbitro di turno, pensa più a giocare che a controllare da vicino la tenuta del manto erboso, e, stavolta, la sostituzione è dettata dalla ricerca dell’equilibrio tattico dopo l’espulsione.
L’episodio più volte citato vede protagonista proprio un elemento che ha rappresentato la più grande rivelazione di questo campionato, almeno in casa Acr, Peppe Salvo (5), forse il peggiore in campo dopo essere stato quasi sempre tra i migliori. A sua discolpa, la collocazione per 45’ in un ruolo che frequentava, sporadicamente, quando giocava negli under 15, l’ingenuità del gesto contro Ingrosso reso plateale dalla furbizia dell’avversario, stramazzato al suolo come se fosse stato colpito da un cecchino appostato sulla collinetta del S. Filippo, mentre l’aspetto negativo della sua prestazione resta nella posizione sbagliata in occasione di entrambi i gol subiti, pur non essendo l’unico responsabile della sbandata collettiva in quelle circostanze. Vedremo quante saranno le giornate di squalifica per il classe 2003, anche se i 51’, incluso recupero, giocati da Samuele Zona (6,5) sulla fascia sinistra danno qualche garanzia in più per i prossimi impegni, insieme al recupero, si spera sempre più completo di un elemento di valore come Damiano Lia (5,5) rimasto ai box per troppo tempo, ieri fortissimo nei primi 15’ in fase offensiva, troppo arrendevole quando si trattava di fare il difensore. Nemmeno Marco Manetta (5,5) ha fatto la sua migliore partita in biancoscudato, soffrendo tantissimo nei duelli con un centravanti di razza come Artistico destinato a una carriera luminosa se confermerà le doti evidenziate quest’anno.
I DEBUTTANTI - Restano i due debuttanti assoluti di giornata: Daniel Dumbravanu (6) non sembra essere il centrale di affidamento che serviva al Messina per blindare la difesa, ma non è stato acquistato per questo, si è trovato con una maglia da titolare dopo due giorni dal suo arrivo, sostituendo Pacciardi un giocatore diventato affidabile col passare dei turni di campionato. Il moldavo ha dimostrato personalità, prendendosi rischi calcolati nel possesso palla e un educato piede sinistro, sbagliando movimenti in chiusura forse perché viene da esperienze tattiche come esterno mancino in difese a tre che necessitano di interpretazioni diverse rispetto allo schieramento a 4 del Messina; Edoardo Piana (6) rompe il ghiaccio dopo meno di 2’ respingendo centralmente un tiro di Artistico, becca due gol senza responsabilità particolari, sbroglia situazioni potenzialmente pericolose con uscite alte o interventi di pugno essenziali anche se non bellissimi stilisticamente. Fumagalli, sistemato in tribuna B per poter seguire la partita lontano da occhi indiscreti, può continuare a lavorare insieme ad un collega di ruolo pronto a rendersi utile in caso di bisogno.
Infine, gli apporti dalla panchina, oltre i già citati Ragusa e Zona. Scafetta e Giunta, entrati in campo al 73’, si portano a casa un 6 politico fatto di applicazione, sacrificio e concretezza, sulla valutazione di Luciani (5,5) pesa l’errore davanti a Branduani in recupero, poco dopo la situazione simile di Ragusa, anche se il portiere della Virtus lo inganna giocando di astuzia. Un attaccante con poche chance, però, quella palla deve metterla in rete.
Archiviata questa bella prestazione di carattere, sostanza e qualità il Messina dovrà preparare la prossima trasferta sul campo dell’Avellino, un luogo mai banale per chi tifa biancoscudato. I biancoverdi, nelle ultime apparizioni al “Partenio” non hanno ottenuto risultati eccellenti, compensando con una striscia importante di vittorie in trasferta, quindi devono cogliere i tre punti per non perdere di vista la vetta. Il Messina potrà giocare con una classifica un po’ più serena, vedremo domenica prossima se sarà un fattore positivo e si potrà dare continuità al cammino intrapreso negli ultimi due mesi.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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