Serviva una prova matura per dare continuità alla striscia positiva arrivata a 10 gare senza sconfitte, iniziata, dopo il 3-2 subito al “Lorenzon”, il 31 gennaio, due mesi in cui il Messina ha totalizzato 22 punti, segnando 20 reti e subendone 5. Al “Giovanni Morra” di Vallo della Lucania il confronto con i padroni di casa della Gelbison viene superato recuperando un punto in rimonta, dopo avere creato qualche occasione da gol, assorbito lo smarrimento seguito al gol di Gagliardi, e soffrendo il giusto contro un avversario che ha buttato in campo ogni energia. Emblematica l’immagine finale con i calciatori in maglia bianca abbandonati sul terreno di gioco più per la fatica che per la delusione della mancata vittoria. Dietro non mollano, ma il mese di marzo prevedeva tre impegni durissimi per i giallorossi (accantonata al momento, per motivi scaramantici, la biancoscudata) contro le avversarie più dure di questo torneo ed avere ottenuto 7 punti riequilibra in parte qualche rallentamento passato nella tabella di marcia della capolista, contro squadre sulla carta inferiori. Questo punto vale tantissimo perché questa volta mister Novelli (voto 7), verificato il momento difficile che stavano vivendo i suoi uomini dopo lo svantaggio, fa un cambio tattico adattando il 4-3-3 alle esigenze della partita, ricorrendo a una sorta di 4-2-3-1, mette in difficoltà la Gelbison e costruisce due azioni lineari di livello nettamente superiore alla categoria, da cui scaturiscono la rete del pari e una grandissima parata di D’Agostino.
Sono due i migliori in campo del Messina al “Morra”. Innanzitutto Caruso (8), saracinesca perfetta malgrado la capigliatura color ruggine, protagonista di due parate decisive prima e dopo la rete subita senza colpe, vista la bravura di Gagliardi a tenere la volee di destro fuori dalla portata del numero 12. Il posto sul primo gradino del podio spetta anche al goleador Addessi (8), terzo gol nelle ultime tre trasferte, in questa occasione non ha portato tre punti, come a Biancavilla ed Acireale, ma la decisione e il tempismo con cui ha messo la palla alle spalle di D’Agostino sono il coronamento di una prestazione sempre a buon livello, micidiale nell’uno contro uno. Se avesse anche la forza mentale di concentrarsi sulla conclusione, farebbe una tripletta ogni partita.
L’uomo che cambia l’inerzia del match viene dalla panchina, si chiama Mauro Bollino (7) e riesce quasi a ribaltarla completamente, avviando l’azione del pareggio, rifinendola con un assist delizioso e sfiorando il 2-1 con un sinistro che esalta il portiere avversario. Ventotto minuti da incorniciare per un elemento che dovrà essere determinante in queste undici prove finali.
Il resto della squadra segue di poco il numero 10 palermitano, iniziando dal capitano Aliperta (6,5) che gioca il primo tempo alternando recuperi palla vigorosi a giocate preziose nella metà campo avversaria, sembra perdere la bussola al momento dello svantaggio, si sacrifica nel finale e, dopo il 90’, come al solito, sacramenta con qualche compagno che non ha fatto il movimento giusto. Sempre sul pezzo è il suo motto.
Lo schieramento della Gelbison è il 3-5-2 con un terminale offensivo incarnato dalla coppia Sparacello-Gagliardi, assortita perfettamente visto che l’ex Acireale è più fisico, mentre il compagno di reparto ha in rapidità e tecnica le proprie principali doti. Il compito non è dei più semplici e a tratti, sia Lomasto (6,5) che Sabatino (6) si trovano in qualche difficoltà, soprattutto il secondo, meno brillante del solito perché impegnato più a marcare che a costruire. Il numero 15, invece, si trova a suo agio nella lotta e si fa sentire nei contrasti con gli avversari, dominando i duelli aerei, specialità della casa.
I due laterali difensivi hanno impegni ardui, perché De Foglio e Onda spingono parecchio ed hanno capacità per mettere in ambasce chiunque. Cascione (7) gioca un match accorto, dando anche una mano in avanti, riprendendo i ritmi alti precedenti alla gara di Acireale, Giofrè (6) ha dalla sua parte uno scatenato De Foglio, esaltato dall’assenza di Arcidiacono, praticamente inarrestabile fino all’azione in cui perde la palla e nasce la ripartenza che porta al gol di Addessi. Settantacinque minuti di sofferenza e sacrificio per il terzino reggino, che vive una di quelle giornate in cui, se non ne esci distrutto, vieni sicuramente fortificato nel carattere.
Il centrocampo giallorosso ingaggia un combattimento equilibrato contro avversari molto forti e, già detto di Aliperta, i compagni di reparto del capitano restano leggermente in ombra, dedicandosi al cosiddetto “lavoro oscuro”. Vacca (6,5) sembra poter essere l’arma vincente nei primi 45’, in cui fa inserimenti in area avversaria pericolosissimi, poi cala alla distanza ed è lui ad uscire quando serve il cambio di marcia per recuperare lo svantaggio. Cristiani (6,5) corre tantissimo e paga in lucidità al momento di giocare palla, ma ha il grosso merito di non mollare mai.
Preziosissima, come sempre, la gara giocata da Ciro Foggia (6,5), capace di tenere testa a mastini come Romano Mautone e D’Orsi, sfiorando il gol con uno smarcamento e tiro da vero centravanti al 36’, entrando come sponda nell’azione del gol e tenendo un numero incredibile di palloni in avanti nel momento in cui serviva respirare. Cretella (6,5) brilla a sprazzi, ma, quando lo fa, dimostra momenti di classe cristallina, liberandosi dalla guardia degli avversari e entrando da protagonista nell’azione del gol. I progressi in fase difensiva non sono ancora arrivati al livello di poter aiutare i compagni di fascia ad arginare De Foglio, ma ci sarà tempo e modo per crescere ancora. Al suo posto, all’83’, entra Crisci (6) che merita la valutazione per la capacità di entrare subito nel clima di una partita giocata sul filo dell’equilibrio.
Adesso, archiviata questa partita di Vallo della Lucania, il Messina è atteso dal turno di giovedì prossimo contro il Roccella, avversario da non sottovalutare, così come gli altri dieci che attendono gli uomini di Novelli fino alla trentaquattresima e ultima giornata. Perché sarà il tempo in cui i punti peseranno come macigni e le vittorie dovranno venire indipendentemente dalla differenza di caratura e dalle difficoltà contingenti.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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