Il calcio è uno sport nel quale il risultato prescinde dalle differenze di caratura tecnica, fisica e psicologica tra le squadre che si affrontano sul terreno di gioco e, quindi, spiegare perché il Messina pareggia 3-3 una gara contro il Marina di Ragusa subendo solo una conclusione verso la propria porta, è un esercizio piuttosto difficile.
Eppure, non trattandosi del primo caso in cui i biancoscudati, in questo campionato, perdono l’appuntamento con la vittoria dopo avere dominato per larghi tratti del match, ecco che occorre riflettere in modo particolare sulle motivazioni che impediscono a questa squadra di tradurre la qualità della prestazione in vittorie e dare un segnale da “padroni” al resto delle avversarie.
Mister Novelli (voto 5) va sulla graticola perché percepisce lo smarrimento psicologico della squadra dopo il 2-3 subìto allo scoccare di un’ora di gioco totalmente in controllo e prova a correre ai ripari inserendo il terzo difensore centrale a 6’ dal 90’, ma, così facendo, da un segnale di debolezza ai suoi uomini, pur se il pareggio giunge su una azione totalmente fortuita, con la palla deviata su un cross innocuo e la difesa schierata. Il rammarico diventa rabbia se si considera la perfezione dimostrata nei primi 45’, con aggressione costante in tutte le zone del campo, la fase offensiva di qualità elevatissima e il solo neo della ingenuità sul calcio di rigore subito.
L’inerzia cambia con l’episodio del gol subito per un mancato intervento del portiere Lai (4), che potrebbe addirittura mettere in dubbio la prosecuzione del suo rapporto con l’Acr. Certo, il risultato non dipende da un errore assimilabile al clamoroso autogol o alla rete divorata a porta vuota, però il ruolo di portiere è delicatissimo e la ripercussione sulla tranquillità mentale di questo ragazzo potrebbe essere irreparabile, specie perché c’è il precedente del match perso con il Rende. Dispiace per questo ragazzo che, a questo punto, deve essere recuperato psicologicamente prima di poter indossare di nuovo la maglia numero uno. Un problema non di poco conto da gestire con maturità e cautela dallo staff tecnico e dirigenziale senza troppi isterismi, quella che, invece, si percepisce frequentando il mondo virtuale e dannosissimo dei social.
Una difesa che becca tre gol per la seconda volta consecutiva in trasferta non può essere esente da colpe, ma francamente, dare la croce addosso a un reparto che non ha mai dato una occasione limpida agli avversari del Marina di Ragusa, sembra davvero irrazionale. Cascione (6) manca totalmente nella spinta durante il secondo tempo, così come Giofrè (6,5) che merita mezzo voto in più per l’assist delizioso sul raddoppio di Sabatino e l’esuberanza incontenibile dimostrata nei primi 45’. Prova non esaltante ma nemmeno con errori gravi per Lomasto (6) e Sabatino (6,5), quest’ultimo al suo primo gol in biancoscudato.
Il centrocampo è lo specchio della prova double face del Messina. Aliperta (6) prende la sufficienza per la media tra i primi 60’ ottimi e l’ultimo terzo di gara a scartamento ridotto, Cristiani (5,5) non riesce a dare continuità al buon primo tempo e ritarda un attimo nella chiusura sul gol del pareggio, Cretella (5,5) inizia da interno, commette l'ingenuità di non sparire sul contatto che porta al rigore e finisce da esterno in attacco, prima di lasciare spazio a Crisci (5,5) incapace di trovare lo spunto decisivo, mentre Vacca (5,5) sporca i buoni 37’ in cui resta in campo con l’errore sotto porta al 76’, venuto dopo il clamoroso e sfortunatissimo palo interno colto qualche minuto prima.
La manovra di attacco scintillante del Messina viene impreziosita dalle giocate degli esterni e si vede come muta lo scenario dopo i cambi indotti dalle condizioni fisiche delle due frecce sulle fasce. Arcidiacono (7,5) è letteralmente tarantolato, segna una doppietta, entra nell’azione del 2-0, fa ammattire i difensori rossoblu e deve uscire solo per un problema muscolare al 58’, Bollino (6,5) manca di lucidità nella ripresa, quando spreca un paio di tiri, però è chirurgico nell’assist del 3-1 e martella lo schieramento avversario fin quando la condizione lo sostiene. Foggia (6,5) si sfianca in un lavoro preziosissimo di sponda per aprire gli spazi ai compagni, dialoga magistralmente con Aricidiacono per il gol che sblocca la gara ed esce quando proprio ha esaurito le forze. Mazzone (5) pur essendo inserito in un ruolo che è più consono al suo breve passato nelle giovanili della Juventus, non si vede praticamente mai nei 20’ in cui resta in campo dopo avere sostituito Bollino. Infine, Manfrellotti (sv) gioca meno di dieci minuti ed ha anche un pallone per potere andare via da solo nella metà campo avversaria, ma sbaglia il controllo di testa e si fa rimontare. Il Messina, quindi, perde a Ragusa due punti essenziali, al di là della classifica, per dare concretezza ad un primato reso precario dalle partite che Acireale (due), Football Club (3), ma anche altre avversarie devono recuperare. Probabilmente, dopo il prossimo turno che chiuderà il girone di andata, ci sarà una sosta del campionato, durante la quale occorre mantenere nervi saldi ed avere ben chiaro in testa che l’obiettivo di arrivare al primo posto non può essere mancato per poca determinazione o per troppa precipitazione nelle scelte. Solo così questo beffardo 3-3 può essere un passo verso la promozione tra i professionisti.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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