Di Marco Boncoddo - Allora come oggi, oggi come allora... mettetela come volete, di certo sono pochi i tifosi giallorossi che hanno dimenticato il 19 settembre del 2004. Già 9 anni si frappongono tra quel glorioso giorno ed oggi, ma nelle menti dei supporters biancoscudati, i ricordi sono ancora vividi e lucidi, come se si parlasse di un episodio presente.Un'alba grigia e gonfia di pioggia sorse sullo Stretto, destando coloro che, forse, non avevano neanche chiuso occhio nell'attesa di un evento storico: la prima partita casalinga del Messina. Lo stadio San Filippo, nuovo di zecca ed ancora integro, spalancò i suoi cancelli per la prima volta, in un match di campionato. E lo fece per una grande occasione... la Roma di Voeller sbarcava sullo Stretto per conquistare lo scalpo della neopromossa Messina.Poco meno di quarantamila messinesi, incuranti del violento acquazzone che stava flagellando lo Stretto, si accomodarono sui seggiolini della nuova casa, dello stadio che aveva sostituito il vecchio ed amato Celeste. Volti felici, sorridenti, ma anche preoccupati, per quel massacro prossimo venturo che avrebbe visto la loro squadra come agnello sacrificale. I più ottimisti rimarcavano le assenze di Totti e Cassano, le stelle più pure del firmamento romanista. Ma c'erano sempre gli altri, dei monumenti che rispondevano ai nomi di Montella, Mancini, Del Vecchio, Mexes, non certo i primi arrivati.Velocemente, quasi in maniera incurante, colui che aveva ufficializzato, con blasone e ceralacca, la promozione del Messina in A, fischiò l'inizio del match. Ancora lui, l'arbitro più forte del mondo, Pierluigi Collina. E i giallorossi, senza nessun timore reverenziale, cominciano a macinare gioco, senza rendersi conto di essere i giallorossi considerati "minori" da tutti.La favola può iniziare e prima Parisi, poi Sullo e Mimmuzzo Giampà, gonfiarono la rete dei lupi, rispondendo alla tripletta del totem Vincenzo Montella, scatenato ed ingovernabile anche per gente come Fusco, Zanchi e Rezaei. Ma a 13' dalla fine, quando il branco si affannava cercando la vittoria, ecco che quel guascone di Riccardo Zampagna, dominato dalla sincera follia provinciale, s'inventò un pallonetto fiabesco, capace di scavalcare Pelizzoli. Il popolo giallorosso, tra l'incredulo e l'esaltato, non potè far altro che stropicciarsi gli occhi ed esultare, come mai prima d'allora.E forse, al triplice fischio, qualche volto felice, riportò alla mente quando Messina, nobile città siciliana, era conosciuta come "l'Indomita". 9 anni fa, i messinesi si permisero di alzare in faccia a Totti quattro dita oscillanti di felicità. Oggi come allora, ricorre l'anniversario di Messina Caput Mundi.IL TABELLINO DELLA GARAMESSINA-ROMA 4-3MESSINA: Storari; Zoro, Fusco (25' st Zanchi), Rezaei, Parisi; Giampà, Donati, Coppola, Sullo (35'st M.Conte); Di Napoli (13' st Iliev), Zampagna.In panchina: Eleftheropoulos, Rafael, Cucciari, Amoruso.Allenatore: Mutti.ROMA: Pelizzoli; Panucci, Mexes, Ferrari, Cufrè; Mancini, Candela (16' st Delvecchio), Dacourt, Perrotta; Montella (27' st Aquilani), Corvia(16' st Mido).In panchina: Curci, Sartor, Scurto, De Rossi.Allenatore: Voeller.ARBITRO: Collina di Viareggio.RETI: 20' pt Parisi (rigore), 35' pt, 19' st, 22' st Montella, 1' st Sullo, 28' st Giampà, 32' st Zampagna.
Sezione: Avversarie / Data: Gio 19 settembre 2013 alle 09:17
Autore: Marco Boccondo
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