«Sia Messina che Reggina stanno attraversando un periodo un po' particolare, è vero che la Reggina ha inserito in rosa giocatori esperti del calibro di Belardi, Cirillo e Aronica, ma ci vorrà un po' tempo per riacquistare il ritmo partita. Entrambe le squadre scenderanno in campo con il coltello tra i denti per uscire al più presto da questa situazione».

A parlare ai nostri microfoni è l'ex difensore del Messina Marco Zanchi, 115 presenze e 2 gol con il Messina tra Serie A e Serie B, 25 presenze con la Nazionale Under 21 e la Medaglia d'Oro agli Europei in Slovacchia nel 2000, una Medaglia d'Argento in Grecia nel 1995 con la Nazionale Under 19 con 8 presenze e 15 presenze con le Rappresentative Nazionali Under 18, 17, 16 e 15. Per lui 248 presenze e 5 gol in Serie A con le maglie di Atalanta, Udinese, Juventus, Vicenza, Hellas Verona, Bologna e Messina e 115 presenze e 2 gol in Serie B con Bari, Chievo Verona, Messina e Vicenza.

L'ex difensore peloritano ha intrapreso la carriera di allenatore. E' stato prima collaboratore tecnico di mister Roberto Breda e successivamente di Alessandro Dal Canto a Vicenza, poi a Venezia sempre al fianco di Alessandro Dal Canto, prima del ritorno a Vicenza: «Attualmente sto allenando gli Allievi Nazionali del Vicenza, ho fatto il vice-allenatore per due anni, adesso sto cercando di crescere facendo la classica gavetta, penso sia giusto così. Tutto sommato sta andando bene, anche perché il nostro obiettivo principale è quello di far crescere i ragazzi, è molto stimolante e gratificante lavorare con loro».

Sull'imminente derby contro la Reggina: «Ho giocato tanti derby con la maglia del Messina, sono stati tutti incontri sentiti e di un certo livello, anche perché spesso e volentieri sono scese in campo due squadre forti. L'ultimo derby casalingo fu quel famoso 2-0 il 20 settembre del 2006 con la doppietta di Christian Riganò contro la Reggina di Walter Mazzarri. Ho vissuto gli anni migliori del Messina, ho conosciuto una bellissima tifoseria e una grande piazza. Mi dispiace tanto per come sia andata a finire e sono rammaricato perché quella squadra poteva fare molto di più, ma il calcio non è un scienza esatta».

Sugli anni di Messina: «Con il mister Bortolo Mutti ho avuto un ottimo rapporto, molto schietto e sincero, è sempre stata una persona leale e corretta nei confronti del gruppo. Dei miei ex compagni di squadra ho un bel ricordo, ogni tanto sento Filippo Cristante e ho incontrato Arturo Di Napoli al corso di allenatore. Eravamo un grande gruppo. Non posso che parlare bene di Messina e dei messinesi, ho trovato tanti amici, anche extra-calcistici, dunque ritengo la mia esperienza in riva allo Stretto estremamente positiva, sotto tutti i punti di vista. Mi dispiace tanto per come sia andata a finire e come ho detto prima ho un solo rammarico: potevamo fare di più - continua Marco Zanchi - Mi sono sentito un messinese adottato, ho coltivato amicizie sin da subito e mi sono trovato benissimo. Essendo bergamasco è stato bello trovarmi in una realtà così calorosa e ricca di entusiasmo, noi nordici solitamente abbiamo un altro tipo di approccio e siamo  un po' più freddi diciamo, ma Messina mi ha accolto a braccia aperte. Cosa ricordo? Giocare davanti a quarantamila persone, il primo anno di Serie A, non mi ha lasciato indifferente. Ricordo l'entusiasmo e la voglia di far bene da parte di tutti, si remava verso un'unica direzione. Le vittorie contro Roma, Milan, Inter, Lazio e Parma non le dimenticherò mai, così come i pareggi contro Juventus, Fiorentina e Palermo e le vittorie contro la Reggina. La società confermò lo zoccolo duro della stagione precedente, in Serie B, fu quella la grande forza del Messina in massima serie».

Sulla carriera da calciatore: «Sono soddisfatto della mia carriera da calciatore, non mi posso lamentare. Certo, come in ogni cosa si poteva sempre far meglio, ma sono contento di ciò che ho fatto. La mia esperienza alla Juventus è stata formativa, ero un po' acerbo ai tempi per una piazza del genere, la qualità della squadra era altissima e forse non avevo la personalità giusta».

Un saluto ai messinesi: «Messina non merita certo la Lega Pro, merita ben altro. I tifosi che ho conosciuto io in Serie A meritano ben altri palcoscenici. Al Messina auguro le più belle cose in vista del futuro. Tornare a Messina da allenatore? Messina fa parte della mia storia calcistica, ma anche della mia vita quotidiana. Sono stato in riva allo Stretto con la mia famiglia e ci siamo trovati molto bene, abbiamo un ottimo ricordo della città e della gente, dunque sicuramente si, sarebbe bello. A parte una piccola parentesi a Bari, Messina è stata la mia unica esperienza al Sud, da classico testone bergamasco ero un po' scettico, poi mi son trovato benissimo e mando un caloroso saluto a tutti i messinesi».

Tornando all'imminente derby contro la Reggina»: «Mi auguro che il Messina possa vincere il derby, la Reggina sta attraversando un momento difficile, il Messina può approfittarne, con l'obiettivo di ottenere i tre punti davanti al proprio pubblico. Il derby è sempre una partita particolare che ha una storia a sé. L'entusiasmo è sempre legato ai risultati, normale che sia così. A Messina vedo una dirigenza molto preparata, che ha fatto molto bene anche in Serie A, dunque i presupposti per far bene e tornare in alto ci sono tutti».

Sezione: Erano a Messina / Data: Dom 25 gennaio 2015 alle 11:40
Autore: Fabrizio Bertè / Twitter: @fabrizioberte
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