Il derby dello Stretto, si sa, è una “malattia” totalizzante che colpisce la maggioranza della popolazione stanziata tra le due sponde del piccolo braccio di mare che divide Sicilia e Calabria. Gli aneddoti e le storie sono tantissime, una mole talmente grande da poter essere ordinata e rilegata in un “dizionario del derby”. Non abbiamo pretese enciclopediche ma, rimanendo nel campo della linguistica, abbiamo stilato un “alfabeto del derby”, da tenere nel taschino ed utilizzare per sfottò e discussioni tra rivali.

A come ARONICA – Il nemico numero uno del popolo giallorosso. Dopo un mezzo amore durato dal 2003 al 2006, condito dalla storica promozione in A e lo sfavillante settimo posto in massima serie, Aronica lascia Messina per tornare a Reggio Calabria, dove nel 1998 aveva disputato due gare di Coppa Italia. Le sue dichiarazioni sono pesanti come macigni per i tifosi giallorossi. Il suo "A Reggio ci andrei anche a piedi" fece imbufalire i supporters biancoscudati che, dopo le sue 97 presenze in giallorosso, si aspettavano un po’ più di rispetto. Dopo le parentesi al Napoli ed al Palermo, Aronica è tornato alla Reggina, in tempo per vivere la calda atmosfera che il San Filippo gli riserverà domenica.

B come… B – I tifosi giallorossi, ne siamo sicuri, non hanno dimenticato l’enorme B giallorossa che invase la curva del Granillo dopo il derby del 2006. L’onta di finire in serie B in terra nemica sanguina ancora come una ferita aperta.

C come Caronte – “Tutti alle Caronti” è il grido di giubilo che accomuna gli ultimi due derby vinti dal Messina a Reggio Calabria. Sia nel 2005 sia 4 mesi fa, infatti, i messinesi accolsero festanti il pullman delle squadre che avevano compiuto l’impresa. Come la vittoria di uno scudetto.

D come D’Agostino e Di Napoli – Impossibile dimenticare gli autori delle reti che scrissero la parola “FINE” ai derby della stagione 2004-05. Il colpo di testa di Re Artù, infatti, permise al Messina di ribaltare l’iniziale svantaggio nella sfida del 31 ottobre 2004. Il tiro al volo di D’Agostino, invece, chiuse i conti nello storico 0-2 del 13 marzo 2005.

E come “Enzo Geraci” – Anche se, ormai, si è persa la memoria di questo impianto, l’Enzo Geraci fu il primo palcoscenico che ospitò il derby dello Stretto. Nel marzo del ’24, infatti, U.S. Peloro e F.C. Reggio si scontrarono in un match valevole per la seconda divisione. Vinsero i padroni di casa per 2-1.

F come Franza e Foti – Nel 2004, l’asse tra i due presidenti sembrava dover durare in eterno. In barba ad ogni rivalità, Petru e Lillu si scambiavano pareri e consigli e, a volte, anche qualche calciatore. Adesso è meglio non nominare il primo a Messina e pure il secondo, ahilui, non se la passa benissimo a Reggio.

G come Granillo – Come non citare il “tempio” del tifo amaranto. A questo stadio, è inutile negarlo, sono legati i successi reggini e anche qualche gioia giallorossa. I messinesi amano invaderlo e conquistarlo, i reggini ci vivono dal lontano 1932, quando si chiamava ancora “Michele Bianchi”.

H come “Herminio”Erminio Bercarich, possente centravanti istriano, indossò la casacca amaranto tra il ’45 ed il ’49, ed è il calciatore ad aver realizzato più gol nel derby dello Stretto, ben 6. Detiene anche il primo posto nella storia dei cannonieri reggini, con 75 marcature. In patria, nella piccola Valdarsa (divenuta Šušnjevica dopo la cessione dell’Istria alla Jugoslavia), gli storpiavano sempre il nome in Herminio, credendolo croato. Bercarich, sanguigno ed irritabile come solo un istriano sapeva essere, non la prese mai bene.

I come Inferiore – A Nocera Inferiore si giocò l’unico derby al di fuori dell’area dello Stretto. Nello spareggio per l’ammissione al girone finale di Serie C, nella stagione 1946-47, i giallorossi vinsero per 4-1, grazie alla rete di Pascoli ed alla tripletta di Caltagirone. Dolfin siglò il gol della bandiera amaranto.

L come “Lanterna Rossa” – Al Lanterna Rossa di Reggio Calabria, storico impianto dei cugini, la U.S. Peloro disputò il ritorno della sfida giocata all’Enzo Geraci. Finì 3-2 per i padroni di casa dell’F.C. Reggio, che si presero la rivincita sui cugini d’oltre Stretto.

M come Musa – Nessun tifoso giallorosso che abbia vissuto i favolosi anni ’70 dimenticherà mai Ezio Musa, quell’ala piccola ed un po’ tarchiata che, tre giorni dopo essere arrivata dall’Arezzo, mise a segno il gol vittoria al Comunale di Reggio. Era il 3 novembre del 1974, si giocava, allora come oggi, in serie C e Musa siglò il gol più importante dei 14 realizzati con la casacca peloritana. Due anni più tardi, prima di congedarsi dallo Stretto, realizzò una doppietta nel derby di Coppa Italia giocato al Celeste.

N come NickNicola Amoruso, in arte Nick Dinamite, realizzò al Messina tre reti da ex. Acquistato dai giallorossi nell’anno del ritorno in A, il centravanti pugliese giocò poco da titolare, oscurato da Zampagna. Nonostante questo, mise a segno 5 gol. Lasciato svincolato dal Messina, varcò lo Stretto, per rimanerci 3 anni ed infliggere altrettanti dolori ai suoi ex tifosi. Non odia i giallorossi ma la dirigenza che lo lasciò partire forse troppo in fretta sì.

O come Orecchie – Quelle di Christian Riganò e quelle di Ciccio Cozza. Entrambi i bomber le mostrarono ai tifosi avversari dopo i gol nei derby dello Stretto. Il trequartista reggino inaugurò la serie, il bomber di Lipari, gentilmente, rispose, pur non avendo vissuto in prima persona lo sfottò del calabrese.

P come Pubblico – Diciamo la verità, l’attenzione di tutti è sul campo di gioco ma, il vero spettacolo, si trova sugli spalti. Qualcuno potrà mai dimenticare lo striscione umano esibito dalla Sud del San Filippo nel primo derby di A? E se chiamo Milano…

Q come Quattro – E’ del giallorosso Adriano Gè il record di gol siglati in un solo derby, ben 4. Vennero realizzati nel 12-0 del 1938-39 (serie C nazionale), nella sfida tra l’A.C. Messina e la Dominante Reggio, all’epoca massima espressione del capoluogo calabrese, visto il fallimento della Reggina avvenuto nel 1935.

R come Riganò – Come non ricordare la splendida doppietta messa a segno dal bomber eoliano il 20 settembre del 2006? Nessuno poteva immaginare che quella stagione, con il Messina riammesso in A e la Reggina pesantemente penalizzata, sarebbe finita con i calabresi salvi e i siciliani nel purgatorio della B. Drammi del calcio ma, il secondo gol del Christian messinese, è entrata di diritto nelle perle viste al San Filippo.

S come Solidarietà – Nemici in campo, amici (quasi) nella vita. Messinesi e Reggini sono simili, vicini e solidali tra di loro. Nessuno a Messina, infatti, ha dimenticato lo striscione dei tifosi amaranto in favore delle vittime dell’alluvione del 2008. In quell’occasione a Messina, tutti ricordarono di avere dei cugini. E che cugini! Poi, in campo, di nuovo “rispettabili” nemici.

T come Tacco – Il ricordo più fresco. Assist di Donnarumma, colpo di tacco di Orlando e follia giallorossa. Il derby di andata si chiuse nel segno del 7 giallorosso, già entrato nella storia biancoscudata. Se segni un gol così nel derby ti sei già guadagnato mezzo stipendio.

U come Uomo Ragno – Scelta infelice per i reggini, quella di esporre un enorme striscione con l’uomo ragno nel pomeriggio della sconfitta interna con la rivale storica. Da quel giorno, “Hanno ucciso l’uomo ragno" di Max Pezzali è la hit più cantata sulla sponda sicula dello Stretto.

V come #Vince la SudMessina si sta, pian piano, tappezzando di striscioni con il nuovo hashtag. Da che derby è derby, c’è da dire, che la Sud ha sempre vinto. Sarà così anche domenica, questo è poco ma sicuro.

Z come Zampagna – In una recente intervista, Riccardone ha detto di aver scagliato la punizione del pareggio momentaneo con una rabbia incredibile. La palla, non trattenuta dal portiere amaranto, finì in fondo al sacco, permettendo al Messina di iniziare la rimonta nel primo derby di A. Se il Messina avesse avuto 11 Zampagna, in questo campionato, forse starebbe duellando con Benevento e Salernitana

Sezione: Amarcord / Data: Ven 23 gennaio 2015 alle 18:35
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @redattore
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