Arriva il secondo pari per il Messina in un inizio di campionato non semplice: dopo il pari rocambolesco di Pagani il derby con il Palermo termina 1-1, con una bella prova dei giallorossi: "Farò i complimenti alla squadra - esordisce mister Salvatore Sullo nel post gara -, ma Paganese e Palermo sono avversari differenti e sono stati pareggi differenti. Venti giorni fa non c'era niente, ora c'è una squadra che sta facendo i primi passi. I complimenti ce li dobbiamo prendere, dobbiamo essere contenti, ma non dobbiamo fermarci perché non basta. Migliorando un poco ce la possiamo giocare anche con loro, con testa bassa pedalando durante la settimana, poi in campo testa alta per affrontare gli avversari".
Messina in vantaggio su rigore con Baldé a fine primo tempo, poi il pareggio con un errore della retroguardia peloritana:"Il gol subito è una palla nostra in uscita, abbiamo appoggiato la palla in maniera errata e ci hanno preso di infilata. Vorremmo la perfezione ma non esiste, probabilmente se fossimo stati sul 2-0 o con un uomo in più ci sarebbe stata differente. Ogni situazione che si subisce è data da errori, raramente da errori copribili. Faremo altri errori - ammette -, ogni volta che ne facciamo uno lo analizziamo, poi magari ne facciamo un altro. Non dobbiamo ragionare sull'episodio ma sulla crescita. Dopotutto abbiamo fatto due allenamenti con quattro difensori, ci dobbiamo conoscere".
Una nota anche sulla tenuta fisica: "Sapevo in che condizioni eravamo e che avremmo avuto delle difficoltà. Non abbiamo subito fisicamente, è diventata una partita diversa perche loro lanciavano lungo saltando il centrocampo. Dobbiamo trovare una condizione fisica migliore, ma dobbiamo farlo insieme e fare diventare omogenea la squadra. Se fossimo stati bravi a fare il secondo gol sarebbe stata una partita diversa, ci prendiamo il risultato".
"Dopo il rigore sbagliato - prosegue Sullo - il Palermo ha spinto ancora di più ma ha avuto solo due occasioni in tutta la partita. La squadra deve giocare a prescindere, con consapevolezza di chi si è e cosa si fa. Giocare alla pari col Palermo significa avere fatto una bella partita. Non bisogna sfociare nella presunzione, siamo molto lontani dal nostro massimo, dobbiamo capire bene chi siamo. Loro però sono tra le tre o quattro migliori di questo campionato, quello che abbiamo fatto non è poco".
Una nota anche sui singoli, perché Tommaso Busatto nonostante il gol sbagliato nel finale: "È entrato benissimo, ci ha dato una grande mano e si è creato un'occasione, merita solo complimenti. Non ragiono in base al risultato, quella è un conseguenza: è stato molto bravo, deve lavorare, è giovane e quindi bisogna crederci. In questo caso non c'è stato un errore, ne parliamo perché è stato al novantesimo ma non cambia niente nel giudizio della sua prestazione".
Il Messina sta crescendo: "Dobbiamo ambire sempre al meglio perché rappresentiamo una città importante, dei colori importanti. Sia nei momenti difficili che in quelli ottimi dobbiamo avere la forza di analizzare quello che è successo. I sogni di tutti insieme fanno sì che la squadra raggiunga degli obiettivi". E la volontà di raggiungere gli obiettivi accresce l'orgoglio: "Il più grande è che a Castellammare eravamo con tre tifosi, già sono molti di più. Ognuno di noi ha dei sogni, e il mio non ti direi che è vincere il campionato, il mio sogno è riempire lo stadio e non per demagogia; l'ho detto anche a Padova, quando riempi lo stadio hai raggiunto l'obiettivo, ci proverò attraverso il lavoro di tutti i giorni".
Un pensiero anche per il giovane Matese, vittima di infortunio: "Ha avuto un approccio buono, l'anno scorso ha fatto 30 presenze. È molto duttile, farà carriera perche ha fame, tecnica e comprensione. È coetaneo di mia figlia, in una generazione che io chiamo di non pensanti: lui pensa poco al telefono, si allena e gioca. Speriamo che non si sia fatto troppo male".
Sullo torna sulla prestazione complessiva: "Abbiamo fatto tutto da squadra, giocato da squadra e obiettivo da squadra. Ho iniziato a seguire il calcio agli Europei 1976, da allora un solo giocatore ha cambiato la squadra e non c'è più; in tutti gli altri casi la squadra ha reso il giocatore determinante. Non è mai il singolo, arriveranno Vukusic, Marginean, Milinkovic e si dovranno integrare ma quello che conta è la squadra, non Sullo ma la squadra. Conta lo stemma davanti, non il nome dietro". Lo stemma e il simbolo ben rappresentato anche da Carillo: "Il mio capitano ha fatto di tutto per esserci, esserci significa dare un segnale alla squadra. Queste sono le cose di cui un tifoso del Messina deve essere orgoglioso. Sono segnali importanti del gruppo che si sta creando e della voglia di competere con chiunque. Senza parlare, solo lavorare. A fine del campionato tireremo le somme e accetteremo o gli applausi o le critiche. Vedere l'esultanza di chi non gioca significa che siamo sulla strada giusta: eravamo a zero, siamo a uno e dobbiamo arrivare a cento".
Chiusura sul terreno di gioco: "Il campo oggi era difficile, l'abbiamo giocata meglio di ciò che qualunque squadra avrebbe fatto in questa categoria. Una squadra intera, da venti giocatori, la alleno da 6-7 giorni, non è semplice ma è normale che ancora non siamo perfetti".
Autore: Gregorio Parisi / Twitter: @wikigreg
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