Ci sono giorni, nella vita di un uomo, che rimangono indelebili per il turbinio di emozioni che ne scaturiscono. Qualunque tifoso del Messina, infatti, penserà al 5 giugno del 2003 con occhi sognanti e ricolmi di gioia, rimembrando la città impazzita per i propri beniamini. In un Celeste gremito, percorso da fremiti e vessilli, il Messina dei Franza entrò nell'empireo del calcio dalla porta principale. Ma il Celeste, esattamente ventuno anni prima, aveva regalato una gioia ad un gruppo di maltesi, giunti sullo Stretto per una partita di calcio. Il 5 giugno del 1982, infatti, lo stadio di Via Oreto venne scelto come campo neutro del match tra Malta ed Islanda, valevole per le qualificazioni al campionato europeo del 1984.
Il trasferimento dal piccolo impianto di Gzira al nuovo stadio Ta’ Qali, posto al centro dell’isola principale, aveva creato qualche problema alla nazionale dell’arcipelago, che dovette cercare, in fretta e furia, un impianto omologato per disputare la sfida internazionale contro l’Islanda. Logico, per i dirigenti dei Cavalieri di San Giovanni, volgere lo sguardo alla vicina Sicilia, così affine per lingua, tradizioni e cultura. Fu così che, con l’Acr già in vacanza, fu la città di Messina a rispondere all’appello dei maltesi, offrendo il Giovanni Celeste come terreno di gioco.
Dei millecinquecento spettatori, accorsi in quel pomeriggio di caldo afoso, la maggior parte erano abitanti dello Stretto, palesemente schierati in favore della nazionale di casa. A sostenere l’Islanda, però, si materializzarono, un pò a sorpresa, trecento tifosi che, in quei giorni, stavano visitando la Sicilia orientale ed avevano preso alloggio a Taormina. La Gazzetta del Sud del 6 giugno, infatti, non manca di sottolineare il rumorosissimo tifo del quale potè godere la nazionale scandinava: “Erano almeno trecento gli islandesi, venuti da Taormina, per incitare la loro nazionale impegnata con Malta. Si sono sistemati in tribuna, inalberando un’immensa bandiera e facendo, per gli interi novanta minuti, un tifo indiavolato. Numerose, e bellissime, le ragazze, che non si concedevano un attimo di tregua”.
Nonostante la veemenza del gentil sesso vichingo, i messinesi appoggiarono la nazionale di Malta, composta da calciatori, così come tutto il proprio popolo, di origine italiana e, in particolare, siciliana. In quella squadra, infatti, i cognomi dei componenti lasciavano intendere la chiara familiarità con il bel paese: Bonello, Consiglio, Farrugia, Schembri, Fabri, Spiterigonzi, De Giorgio e via dicendo. Il calore dei messinesi, sottolineato dal capo delegazione maltese Joseph Gauci, alimentò la verve dei Cavalieri di San Giovanni, che riuscirono a portare a casa la seconda vittoria ufficiale della loro storia. A cavallo del riposo, infatti, i biancorossi segnarono due volte: al 44’ con Spiterigonzi e al 48’ con Fabri. Dopo il raddoppio, la nazionale di casa si chiuse con grande intelligenza, soffrendo ma concedendo solamente la rete della bandiera agli islandesi.
Entusiasta del risultato, Gauci chiese la disponibilità del Celeste anche per la sfida successiva con i Paesi Bassi che, però, venne disputata, nel dicembre dello stesso anno, ad Aquisgrana, per esplicita richiesta degli olandesi. Un legame, purtroppo dimenticato, che la nostra città può vantare con Malta ed i suoi abitanti: il 5 giugno è giorno di festa, con il Celeste unico protagonista.
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @menelpallone
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