La trasferta del Messina a Roccella idealmente è stata anche più lunga dei circa cento chilometri che dividono i due centri; il viaggio, infatti, ha fatto tappa anche ad Acerra, patria di una delle più famose maschere della commedia dell'arte del nostro Paese, giusto un pit stop per rendere edotto anche Andrea Pensabene di uno dei trademark del Messina 2019/2020, l'assenza di personalità e forza mentale. Necessario andare fino in Campania, perché in periodo di Carnevale anche un qualcosa di così palese diventa quello che volgarmente può essere definito il più classico "segreto di Pulcinella".

Se Pensabene (voto 5) avesse parlato prima con la famosa maschera partenopea, infatti, avrebbe compreso rapidamente che il problema del Messina non è tanto il modulo, né un calciatore in sé, ma è tutto parte di un grande quadro (sotto gli occhi di tutti, da sempre) che affonda le proprie radici in estate, quando la squadra è stata costruita guardando nomi, a volte curriculum, ma poco le qualità mentali e morali. Una infornata di calciatori che anche ieri, per l’ennesima volta in stagione, ha dimostrato di non saper reggere la pressione, neanche quando questa è positiva: arrivare al pari dopo ventitré secondi della ripresa, per una squadra normale, significa avere il possesso mentale del match; per il Messina, a prescindere dalle varie soluzioni tattiche, è valso il biglietto di uscita dal Ninetto Muscolo.

Singolarmente si salvano in pochi, pochissimi: Avella (5) ha tenuto a galla il Messina per tutta la stagione e nelle ultime settimane ha perso lucidità, prova ne è il gol olimpico di Malerba e lo scarso controllo della situazione sugli altri due gol, arrivati tutti dal cuore dell’area. Situazione, questa, che condanna anche Bruno (5), colpevole in parte sul primo gol e apparso comunque meno sicuro di un Emiliano (6) che riesce con esperienza a sopperire alla freschezza del Roccella, che a tratti sembra poter tagliare come il burro la retroguardia ospite. Censurabile la prova di De Meio (4.5), sicuramente volenteroso, ma inadatto come terzo di difesa, mentre Barbera (4) risulta nullo in zona offensiva e mai davvero deciso in fase di ripiego. Non particolarmente migliore l'impatto dei sostituti Manfrè Cataldi (5) che sostituisce il classe 2001 provando a dare verve davanti, ma senza esito, e di Puglisi, subentrato all'ex Vastese per un quarto d'ora di corsa e pochi palloni giocati.

Uniche note positive a centrocampo, con Saverino (6) che strappa una sufficienza doverosa anche solo per la disponibilità al sacrificio, dato che parte come mezzala, poi passa esterno destro a tutta fascia, per scalare in seguito come terzino sinistro e chiudere sull’altra fascia. Quattro cambi di ruolo e, quantomeno, la voglia di provarci sempre, anche se un po’ di chiarezza gli farebbe bene, o almeno gli farebbe girare meno la testa. Danza (6) è il migliore del Messina, perché prova a mettere ordine, è bravo a sporcare le traiettorie locali e quando alza la testa e trova i movimenti dei compagni fa pensare che potrebbe essere davvero un’arma in più, in una squadra solida; appena sotto la sufficienza la prova di Lavrendi, che sembra perdersi quando arriva sulla trequarti, lasciando sempre un po’ di amaro in bocca. Negativo l'impatto di Bossa (4.5), fa quasi sorridere l'inutile ingresso di Cristiani a gara conclusa.

In attacco Rossetti (5) segna il secondo gol consecutivo e… basta. Che per un attaccante di solito è sufficiente, ma così come era giusto sottolinearne il lavoro sporco quando non segnava, al Muscolo la punta mette in rete con una bella giocata ma non riesce a tenere su la squadra e il suo contributo offensivo è tutto nel bell’assist del primo tempo per Arcidiacono (4.5), vera delusione di ieri. Da uno come lui dipende il Messina, da lui e da Crucitti (5) dipendono le sorti di una squadra che è durata 24 secondi di fronte a una squadra ben organizzata.

Sorti di campionato, non della singola giocata, o della partita in sé; perché, e non serve certo chiedere conferma a Pulcinella, il Messina deve superare i suoi blocchi mentali a prescindere da giocatori e moduli, e chiudere al più presto il discorso salvezza per non illudere ancora una piazza che di umiliazioni simili non vorrebbe più sentirne parlare.

Sezione: Il focus / Data: Lun 24 febbraio 2020 alle 08:16
Autore: Gregorio Parisi / Twitter: @wikigreg
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