Come ogni estate, da qualche anno a questa parte, leggo o sento parlare della “morte del calcio dilettantistico”. Ormai mi sorprendo sempre meno, no l’età non c’entra, anche se comincia a farsi sentire con tutto il suo peso…Come mai? Nelle prossime 20 righe vi voglio raccontare una storia.

Un decennio fa (se non anche prima), colto da crisi mistica cominciai a predicare (nel deserto ovvio): “Occhio qui crolla tutto”. Niente sfera di cristallo per carità, poiché del bravo mago ho solamente la pelata, ma solo una più o meno attenta analisi di ciò che stava accadendo e un “sesto senso”, che mi facevano dire: “Fermiamo il gioco e scriviamo nuove regole, così non si va avanti”. A suo tempo ne parlai con il compianto, Gianfranco Provenzano, poi con il suo successore Sandro Morgana ed infine con l’attuale presidente Santino Lo Presti: “Secondo me bisogna eliminare un girone di Eccellenza ed uno di Promozione. Organizzarli meglio, renderli più interessanti, diminuire il numero degli under. Chi vuole fare calcio seriamente vi seguirà”. Parole inutili, battaglia vana. Niente da fare. In Lega mi presero per pazzo, ero troppo pessimista, ma soprattutto: “La Sicilia non può perdere le due promozioni dirette in D”, la risposta sull’Eccellenza. Sulla Promozione la giustificazione che mi fu più volte fornita non la posso riferire, poiché non avendola registrata, rischierei oggi una bellissima querela!

Ma andiamo avanti. Negli ultimi anni ho visto e vissuto fallimenti e cancellazioni a iosa. Ogni nuova stagione sempre la stessa storia: ad agosto si parte con i ripescaggi, già a ottobre le prime defezioni, poi a dicembre cominciano ad arrivare le certezze, quindi a gennaio i ritiri, poi a maggio tutti a sentenziare.

L’apatia è l’anticamera della depressione, l’appagamento è il segno tangibile del fallimento. Dicono quelli bravi. Ma, intanto, chi alza la mano per dire: “Signori fermiamo la giostra così non va?”. Niente, nessuno che osa. Assordante silenzio. Intanto però: Patti, Orlandina, Tiger, Spadaforese, Villafranca, Due Torri, Milazzo (solo quelle che in questo momento mi tornano alla mente), hanno abbassato la saracinesca. In qualche caso la macchina è ripartita, ma con quale prospettiva? Si vive alla giornata. Dirigenti improvvisati: tre, quattro stagioni tutto ok, poi dalla sera alla mattina si scoprono che le “casse” sono vuote!!!! Ma come mai? La Prima Categoria non costa nulla, in Promozione la spesa è uguale o quasi al torneo precedente, ed in Eccellenza “ci possiamo salvare spendendo solamente 120.000 euro”. Solamente??? Così parlano gli Agnelli, i Moratti, ma anche i Moggi ed i Marotta “de' noantri”.

La storia insegna, ma gli alunni sono indolenti. Società che dopo aver toccato il cielo (cioè la D), si sono liquefatte, altre che dopo qualche anno in Eccellenza sono scomparse dai radar, altre ancora che pur avendo cambiato dirigenza, hanno trovato nella Guardia di Finanza un avversario imbattibile. Sic!

Fin qui la storia. Oggi, estate 2018, siamo alla vigilia della nuova stagione sportiva. Già agli annali, società cancellate e altre ripescate. Giocatori che aspettano di incassare assegni che mai verranno coperti e altri che “firmano” accordi alla CR7. Di nuovo? A Messina due squadre in D, a Milazzo così come a Santa Teresa Riva, a Giammoro e a Terme Vigliatore si vedrà l’Eccellenza, a Torregrotta, Rocca, Piraino e Torrenova la Promozione. Bello, tutto molto bello. Ma c’è anche dell’altro.

A Messina, sponda Acr, patron Pietro Sciotto dopo qualche incertezza (di troppo) si è affidato a Peppe Raffaele per puntare alla C. Programmi ambizioni, acquisti importanti e tanta, tanta pubblicità. Si parte così, ci rivediamo a maggio. Il Città, invece, senza clamori e soprattutto senza spese folli, sta provando a scaldare il motore (stiamo parlando di una modesta utilitaria, sia chiaro), per riuscire a fare più chilometri possibile. Chi va piano…dice il proverbio. A Milazzo con quello che è diventato il Pistunina c'è l’ennesima scommessa di quel “pazzo furioso” di Pasquale Ferrara (personaggio che conosce il calcio come le sue tasche ed ha sempre raggiunto gli obiettivi prefissati, pur tirandosi dietro le antipatie di colleghi e dirigenti vari), che sta lavorando per costruire una casa con basi solide. Certo non chiedetegli subito la luna, ma avendo a disposizione il carburante (e soprattutto i soldi per comprarlo), potrebbe anche riuscirgli l’ammaraggio. A Barcellona, l’Igea Virtus, che ha nuovamente rischiato di scomparire perché la vecchia dirigenza dopo quattro anni si sfavillanti risultati, alla fine dello scorso campionato, si è improvvisamente accorta che aveva raschiato il fondo del barile ed è stata quindi costretta a passare la mano. Risultato: via i Grasso ecco Grillo. Il nuovo presidente, ex dirigente del Messina Sud, ha garantito tanti sponsor e fior fiori di giocatori. Ad oggi però, tutto è “top secret”. L'ambiente non sembra molto fiducioso.

Infine il Sant’Agata. Attualmente l’unica società messinese con un potenziale sicuro, concreto. Ci sono tanti dirigenti, moneta sonante (che in questo periodo non guasta), tifosi appassionati, stanno per ritrovare il “Fresina” con sintetico e tribune degne di tal nome, ma soprattutto si sono affidati all’usato sicuro: Antonio Venuto. L’unica incognita, dopo una campagna acquisti oculata è rappresentata dal girone: Occidentale. Però, le ultime messinesi ad essere state scaraventate fuori provincia, hanno sempre centrato l’obiettivo. Può essere un indizio?

Dice il saggio: “Il passato lo conosci già, quindi non voltarti, guarda solo la strada che hai davanti”. E’ però anche vero che: “Quando prepari un sorpasso guarda sempre nello specchietto retrovisore. Ne va della propria vita e di quella degli altri”…

The show must go on.

Sezione: Il focus / Data: Mer 15 agosto 2018 alle 11:04
Autore: Salvatore Pintaudi
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